La nostra vita con un cane: alcune questioni
Dedicato a tutti quelli che: "Prendo un cane, ho il giardino" e "Si parte per le vacanze: dove lascio il cane?".
Intendo con questo articolo affrontare due tematiche molto delicate.
La prima riguarda la scelta di prendere un cane e come si pensa che questo debba vivere.
La seconda riguarda il "problema" che si pone quando si parte per le vacanze.
Andiamo per ordine.
Troppe volte ho ascoltato la frase: "Prendo un cane perchè adesso ho la casa col giardino", oppure: "Il mio cane vivrà benissimo, ho la casa col giardino!".
Potrei ridurre la mia riflessione a tal proposito a poche parole: "Il vostro cane, il cane che volete prendere, se ne infischia del vostro giardino!". Ma renderò la riflessione molto più articolata.
Il cane è un animale sociale. Il che indica che gli è indispensabile vivere inserito in un "branco". Alcuni studi sull'evoluzione della specie, affermano addirittura che si può parlare di coevoluzione cane/uomo.
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Secondo un'ipotesi originata da un recente studio di John Allman, biologo del California Institute of Technology, basata su una serie di comparazioni del DNA, di osservazioni sul comportamento di uomini, lupi e cani, nonchè sulla ricostruzione degli spostamenti delle varie specie umane dell'epoca, Homo Sapiens prevalse su Homo Neanderthalensis in Europa e su Homo Erectus in Asia Sudorientale, proprio grazie alla domesticazione del lupo iniziata ben 135.000 anni fa.
Nel suo libro "Evolving Brains" (1999), lo scienziato americano evidenzia come l'utilizzo del cane per la difesa del territorio e per la caccia, sia stata una conquista strategica nel processo di affermazione dell'Homo Sapiens, poichè l'aiutò ad evitare i predatori, a cacciare la selvaggina e a colonizzare nuovi territori. Questo vantaggio preparò il terreno per l'arrivo della variante più evoluta della specie umana: la nostra.
Come evidenzia lo zooantropologo italiano Roberto Marchesini, "Nel Paleolitico l’uomo, ancora raccoglitore nomade, era già accompagnato dal cane nelle sue migrazioni, e questo ben quarantamila anni prima della rivoluzione del Neolitico: un dato che ci fa comprendere come si debba parlare, di un processo di avvicinamento reciproco che ha trasformato la nostra specie, oltre ad aver estratto il cane dal complesso genotipo del lupo.
Ominidi e lupi condividevano lo stesso ambiente, avevano la stessa collocazione ecologica, si assomigliavano nell’organizzazione sociale: tutti questi requisiti lasciano pensare che prima della domesticazione ci sia stata una lunga convivenza.
Una frequentazione che, se da una parte ha avvicinato il lupo alla consuetudine umana, creando le premesse per la domesticazione, come ha riscontrato Raymond Coppinger, dall’altra ha modificato in profondità gli usi e i costumi dei nostri progenitori.
Se dunque la partnership con il cane fosse ascrivibile a oltre 100.000 anni fa, allora potremmo essere autorizzati a ritenere tale interazione di carattere coevolutivo: sarebbe cioè plausibile pensare che anche il cane in qualche modo ci abbia selezionati, offrendo un vantaggio competitivo a quei soggetti che crearono legami simbiotici con lui".
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Queste ipotesi così suggestive sono sufficienti a spiegare qual è l'atavico rapporto che lega il cane all'uomo.
Qualunque sia la razza scelta, anche se forse con qualche eccezione che non mi soffermerò ad elencare, la prima cosa di cui necessita il nostro amico cane è di prendere parte alla nostra vita e che gli vengano offerte situazioni che gli favoriscano una corretta socializzazione sia con i conspecifici che con l'uomo.
Intessere una relazione di fiducia e di affidamento reciproci, così da renderlo un perfetto compagno col quale poter condividere ogni situazione.
Provvedere al suo sviluppo fisico e mentale. Concedergli l'attività necessaria per questo sviluppo che lo renderà un cane sano ed equilibrato.
Se abbiamo la fortuna di possedere uno spazio esterno alla casa ben venga, ma quel giardino non dovrà mai e poi mai diventare lo spazio dove relegare il nostro cane, liberandoci così del dovere che abbiamo assunto nei suoi confronti dal momento in cui abbiamo deciso di prenderlo con noi.
Tra il dormire nella sua cuccia in esterno e accoccolarsi ai nostri piedi, lui sceglierebbe la nostra presenza. Tra il giocare con una pallina o rosicchiare un osso nel suo giardino e piacevoli passeggiate e momenti di gioco insieme a noi, lui sceglierebbe la nostra compagnia.
E' di questo che ha bisogno! Se poi il cane di cui stiamo parlando è un labrador retriever, questo è ancor più assolutamente vero.
Ricordo sempre con allegria il racconto di un'allevatrice di questa razza, che a colloquio con dei probabili acquirenti di un suo cucciolo, dopo aver ascoltato che erano entrambi fuori tutto il giorno per lavoro e che però avevano un grande giardino, consigliò loro di acquistare quelle simpatiche statuette dei sette nani per abbellire il giardino di casa!!!
Perciò trovo di fondamentale importanza, interrogarsi sulle motivazioni che spingono a desiderare un cane. Un compagno che mediamente accompagnerà per 12 anni la nostra vita. Con bisogni e necessità che non possono essere sottovalutati o ignorati.
I nostri capricci, le nostre idealizzazioni, possiamo soddisfarli in altro modo ma non a scapito di un essere vivente il quale tra l'altro, ci donerà incondizionatamente tutto se stesso.
Altro suggerimento importante è di approfondire la conoscenza della razza prescelta. Delle sue attitudini, degli scopi per i quali è stata selezionata, del carattere. Non lasciatevi guidare esclusivamente da un senso estetico, perchè correreste il rischio di ritrovarvi con un cane assolutamente inadatto e inconciliabile con il vostro stile di vita, le vostre abitudini, la composizione del vostro nucleo familiare.
Molti arrivati a questo punto, forse si staranno dicendo: "ma è così complicato avere un cane?". Oppure che queste riflessioni sono una stupidaggine perchè da che mondo è mondo i cani vivono in giardino felici e contenti e non hanno bisogno di nient'altro che di una ciotola assicurata ogni sera.
So bene che ce ne sono tantissimi di cani la cui vita è stare in giardino. Il fatto che esistano queste situazioni non vuol dire che sia giusto così e che stiano bene così.
Ma volendo assecondare questa corrente di pensiero, allora rivolgo una domanda a tutti coloro che la pensano così: "Perchè volete un cane se questi alla fine vivrà semplicemente come suppellettile del vostro bellissimo giardino?". Cioè vorrei essere in grado di cogliere il senso che c'è nel desiderare un essere vivente nella nostra vita e poi escluderlo da ogni genere di interazione con noi.
Problema numero due: cosa fare del cane quando si parte per le vacanze?
Voglio subito dire una cosa: potranno esserci momenti e condizioni che non ci permetteranno di portare il nostro amico con noi. Questa è un'altra faccenda.
Ma la mia perplessità è nei confronti di quei proprietari che a prescindere da tutto, ritengono automatico che, quando si parte per le vacanze, il cane rimanga a casa. Cioè neanche sfiora l'idea che quel cane possa partire in vacanza con noi.
La mia domanda ritorna: "Ma perchè mai avete voluto prendere un cane?".
Confidatemi una cosa: quando si ha un bimbo piccolo, un figlio, questi stravolge inevitabilmente i nostri ritmi, le nostre abitudini, i nostri stili di vita. Col marmocchio al seguito dovremo ahimè dimenticare le nottate sulla spiaggia attorno al fuoco a trangugiare litri e litri di sangria!!
Anche se sicuramente la tentazione pure c'è, ma ditemi, vi sognereste mai di partire lasciando vostro figlio a casa perchè vi costa troppo la sua presenza? No, spero proprio di no!
Ebbene, un cane sicuramente rappresenta un impegno. Sicuramente ci comporterà il dover modificare e organizzare la nostra vita anche in funzione della sua presenza, ma se abbiamo scelto e deciso di volerlo con noi, allora....
Già sento i commenti: "ma come si può paragonare un cane ad um bambino?". "Ma infondo è solo un animale, starà bene a casa".
No, assolutamente no. Se vi turba molto l'accostamento, create pure una netta distinzione tra vostro figlio e il vostro cane, ma ricordate che quel cane, quell'animale, è un essere vivente, con bisogni, necessità, un pensiero e persino delle emozioni! E siete stati voi ad averlo voluto, non è lui che vi ha cercati.
Perciò: non è automatico pensare che quando si parte il cane resta a casa. No, non lo è!
Capiterà certo la vacanza che ci renderà impossibile portare il nostro amico con noi. Ad esempio per la meta prescelta. Per il mezzo di trasporto utilizzato. Non c'è problema. Cercheremo intanto tra i nostri amici e i nostri familiari qualcuno che possa prendere con sè il nostro fido durante la nostra assenza. Mancando questa possibilità, mani al portafoglio, gli offriremo una "vacanza" in una pensione per cani.
Argomento delicato anche questo, perchè di quelle fatte per bene e dove gli ospiti sono trattati a modo, ce ne sono poche. Ma girandone un pochino per tempo, potremo essere fortunati e trovarne qualcuna.
Credo che ci siano almeno due motivazioni che a volte ci scoraggiano dal portare il cane a giro con noi. Tutte queste motivazioni vanno letteralmente combattute aumentando la cultura cinofila del nostro paese, e spesso anche di altri.
1. Anche se la situazione migliora ogni anno di più, ancora spesso si fatica a trovare mezzi di locomozione e strutture recettive dogwelcome. E' chiaro che più difficile diventa per un proprietario organizzare la vacanza includendo il cane, più possibilità ci sono che questi si scoraggi e lo lasci a casa.
2. Se il nostro cane non è stato ben socializzato e ci crea dei problemi più o meno grandi di gestione in società, sicuramente saremo scoraggiati dal portarlo in giro con noi. Qual è il problema? Il problema è che in Italia quasi nessuno ritiene oppurtuno portare il proprio cane a scuola! Già! Preso il cucciolotto a due mesi, il pensiero di portarlo da un educatore cinofilo che possa seguirci nella gestione della sua crescita, sembra essere utopia. In più magari il cucciolo in questione, non ha visto e fatto altro che sostare nel suo famoso giardino isolato da ogni genere di stimolo, e il gioco è fatto: avremo un cane adulto ingestibile, per il quale penseremo tutto meno che mai che portarcelo con noi per farci rovinare la vacanza.
Pensateci bene. Ma una volta che avrete deciso, onorate la vostra scelta. LUI non ve ne farà pentire!
Intendo con questo articolo affrontare due tematiche molto delicate.
La prima riguarda la scelta di prendere un cane e come si pensa che questo debba vivere.
La seconda riguarda il "problema" che si pone quando si parte per le vacanze.
Andiamo per ordine.
Troppe volte ho ascoltato la frase: "Prendo un cane perchè adesso ho la casa col giardino", oppure: "Il mio cane vivrà benissimo, ho la casa col giardino!".
Potrei ridurre la mia riflessione a tal proposito a poche parole: "Il vostro cane, il cane che volete prendere, se ne infischia del vostro giardino!". Ma renderò la riflessione molto più articolata.
Il cane è un animale sociale. Il che indica che gli è indispensabile vivere inserito in un "branco". Alcuni studi sull'evoluzione della specie, affermano addirittura che si può parlare di coevoluzione cane/uomo.
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Secondo un'ipotesi originata da un recente studio di John Allman, biologo del California Institute of Technology, basata su una serie di comparazioni del DNA, di osservazioni sul comportamento di uomini, lupi e cani, nonchè sulla ricostruzione degli spostamenti delle varie specie umane dell'epoca, Homo Sapiens prevalse su Homo Neanderthalensis in Europa e su Homo Erectus in Asia Sudorientale, proprio grazie alla domesticazione del lupo iniziata ben 135.000 anni fa.
Nel suo libro "Evolving Brains" (1999), lo scienziato americano evidenzia come l'utilizzo del cane per la difesa del territorio e per la caccia, sia stata una conquista strategica nel processo di affermazione dell'Homo Sapiens, poichè l'aiutò ad evitare i predatori, a cacciare la selvaggina e a colonizzare nuovi territori. Questo vantaggio preparò il terreno per l'arrivo della variante più evoluta della specie umana: la nostra.
Come evidenzia lo zooantropologo italiano Roberto Marchesini, "Nel Paleolitico l’uomo, ancora raccoglitore nomade, era già accompagnato dal cane nelle sue migrazioni, e questo ben quarantamila anni prima della rivoluzione del Neolitico: un dato che ci fa comprendere come si debba parlare, di un processo di avvicinamento reciproco che ha trasformato la nostra specie, oltre ad aver estratto il cane dal complesso genotipo del lupo.
Ominidi e lupi condividevano lo stesso ambiente, avevano la stessa collocazione ecologica, si assomigliavano nell’organizzazione sociale: tutti questi requisiti lasciano pensare che prima della domesticazione ci sia stata una lunga convivenza.
Una frequentazione che, se da una parte ha avvicinato il lupo alla consuetudine umana, creando le premesse per la domesticazione, come ha riscontrato Raymond Coppinger, dall’altra ha modificato in profondità gli usi e i costumi dei nostri progenitori.
Se dunque la partnership con il cane fosse ascrivibile a oltre 100.000 anni fa, allora potremmo essere autorizzati a ritenere tale interazione di carattere coevolutivo: sarebbe cioè plausibile pensare che anche il cane in qualche modo ci abbia selezionati, offrendo un vantaggio competitivo a quei soggetti che crearono legami simbiotici con lui".
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Queste ipotesi così suggestive sono sufficienti a spiegare qual è l'atavico rapporto che lega il cane all'uomo.
Qualunque sia la razza scelta, anche se forse con qualche eccezione che non mi soffermerò ad elencare, la prima cosa di cui necessita il nostro amico cane è di prendere parte alla nostra vita e che gli vengano offerte situazioni che gli favoriscano una corretta socializzazione sia con i conspecifici che con l'uomo.
Intessere una relazione di fiducia e di affidamento reciproci, così da renderlo un perfetto compagno col quale poter condividere ogni situazione.
Provvedere al suo sviluppo fisico e mentale. Concedergli l'attività necessaria per questo sviluppo che lo renderà un cane sano ed equilibrato.
Se abbiamo la fortuna di possedere uno spazio esterno alla casa ben venga, ma quel giardino non dovrà mai e poi mai diventare lo spazio dove relegare il nostro cane, liberandoci così del dovere che abbiamo assunto nei suoi confronti dal momento in cui abbiamo deciso di prenderlo con noi.
Tra il dormire nella sua cuccia in esterno e accoccolarsi ai nostri piedi, lui sceglierebbe la nostra presenza. Tra il giocare con una pallina o rosicchiare un osso nel suo giardino e piacevoli passeggiate e momenti di gioco insieme a noi, lui sceglierebbe la nostra compagnia.
E' di questo che ha bisogno! Se poi il cane di cui stiamo parlando è un labrador retriever, questo è ancor più assolutamente vero.
Ricordo sempre con allegria il racconto di un'allevatrice di questa razza, che a colloquio con dei probabili acquirenti di un suo cucciolo, dopo aver ascoltato che erano entrambi fuori tutto il giorno per lavoro e che però avevano un grande giardino, consigliò loro di acquistare quelle simpatiche statuette dei sette nani per abbellire il giardino di casa!!!
Perciò trovo di fondamentale importanza, interrogarsi sulle motivazioni che spingono a desiderare un cane. Un compagno che mediamente accompagnerà per 12 anni la nostra vita. Con bisogni e necessità che non possono essere sottovalutati o ignorati.
I nostri capricci, le nostre idealizzazioni, possiamo soddisfarli in altro modo ma non a scapito di un essere vivente il quale tra l'altro, ci donerà incondizionatamente tutto se stesso.
Altro suggerimento importante è di approfondire la conoscenza della razza prescelta. Delle sue attitudini, degli scopi per i quali è stata selezionata, del carattere. Non lasciatevi guidare esclusivamente da un senso estetico, perchè correreste il rischio di ritrovarvi con un cane assolutamente inadatto e inconciliabile con il vostro stile di vita, le vostre abitudini, la composizione del vostro nucleo familiare.
Molti arrivati a questo punto, forse si staranno dicendo: "ma è così complicato avere un cane?". Oppure che queste riflessioni sono una stupidaggine perchè da che mondo è mondo i cani vivono in giardino felici e contenti e non hanno bisogno di nient'altro che di una ciotola assicurata ogni sera.
So bene che ce ne sono tantissimi di cani la cui vita è stare in giardino. Il fatto che esistano queste situazioni non vuol dire che sia giusto così e che stiano bene così.
Ma volendo assecondare questa corrente di pensiero, allora rivolgo una domanda a tutti coloro che la pensano così: "Perchè volete un cane se questi alla fine vivrà semplicemente come suppellettile del vostro bellissimo giardino?". Cioè vorrei essere in grado di cogliere il senso che c'è nel desiderare un essere vivente nella nostra vita e poi escluderlo da ogni genere di interazione con noi.
Problema numero due: cosa fare del cane quando si parte per le vacanze?
Voglio subito dire una cosa: potranno esserci momenti e condizioni che non ci permetteranno di portare il nostro amico con noi. Questa è un'altra faccenda.
Ma la mia perplessità è nei confronti di quei proprietari che a prescindere da tutto, ritengono automatico che, quando si parte per le vacanze, il cane rimanga a casa. Cioè neanche sfiora l'idea che quel cane possa partire in vacanza con noi.
La mia domanda ritorna: "Ma perchè mai avete voluto prendere un cane?".
Confidatemi una cosa: quando si ha un bimbo piccolo, un figlio, questi stravolge inevitabilmente i nostri ritmi, le nostre abitudini, i nostri stili di vita. Col marmocchio al seguito dovremo ahimè dimenticare le nottate sulla spiaggia attorno al fuoco a trangugiare litri e litri di sangria!!
Anche se sicuramente la tentazione pure c'è, ma ditemi, vi sognereste mai di partire lasciando vostro figlio a casa perchè vi costa troppo la sua presenza? No, spero proprio di no!
Ebbene, un cane sicuramente rappresenta un impegno. Sicuramente ci comporterà il dover modificare e organizzare la nostra vita anche in funzione della sua presenza, ma se abbiamo scelto e deciso di volerlo con noi, allora....
Già sento i commenti: "ma come si può paragonare un cane ad um bambino?". "Ma infondo è solo un animale, starà bene a casa".
No, assolutamente no. Se vi turba molto l'accostamento, create pure una netta distinzione tra vostro figlio e il vostro cane, ma ricordate che quel cane, quell'animale, è un essere vivente, con bisogni, necessità, un pensiero e persino delle emozioni! E siete stati voi ad averlo voluto, non è lui che vi ha cercati.
Perciò: non è automatico pensare che quando si parte il cane resta a casa. No, non lo è!
Capiterà certo la vacanza che ci renderà impossibile portare il nostro amico con noi. Ad esempio per la meta prescelta. Per il mezzo di trasporto utilizzato. Non c'è problema. Cercheremo intanto tra i nostri amici e i nostri familiari qualcuno che possa prendere con sè il nostro fido durante la nostra assenza. Mancando questa possibilità, mani al portafoglio, gli offriremo una "vacanza" in una pensione per cani.
Argomento delicato anche questo, perchè di quelle fatte per bene e dove gli ospiti sono trattati a modo, ce ne sono poche. Ma girandone un pochino per tempo, potremo essere fortunati e trovarne qualcuna.
Credo che ci siano almeno due motivazioni che a volte ci scoraggiano dal portare il cane a giro con noi. Tutte queste motivazioni vanno letteralmente combattute aumentando la cultura cinofila del nostro paese, e spesso anche di altri.
1. Anche se la situazione migliora ogni anno di più, ancora spesso si fatica a trovare mezzi di locomozione e strutture recettive dogwelcome. E' chiaro che più difficile diventa per un proprietario organizzare la vacanza includendo il cane, più possibilità ci sono che questi si scoraggi e lo lasci a casa.
2. Se il nostro cane non è stato ben socializzato e ci crea dei problemi più o meno grandi di gestione in società, sicuramente saremo scoraggiati dal portarlo in giro con noi. Qual è il problema? Il problema è che in Italia quasi nessuno ritiene oppurtuno portare il proprio cane a scuola! Già! Preso il cucciolotto a due mesi, il pensiero di portarlo da un educatore cinofilo che possa seguirci nella gestione della sua crescita, sembra essere utopia. In più magari il cucciolo in questione, non ha visto e fatto altro che sostare nel suo famoso giardino isolato da ogni genere di stimolo, e il gioco è fatto: avremo un cane adulto ingestibile, per il quale penseremo tutto meno che mai che portarcelo con noi per farci rovinare la vacanza.
Pensateci bene. Ma una volta che avrete deciso, onorate la vostra scelta. LUI non ve ne farà pentire!
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