La Displasia dell'Anca nei Retriever
La displasia dell'anca o HD (Hip Dysplasia), consiste in una malformazione dell'articolazione coxo-femorale che inevitabilmente porta a malattia articolare degenerativa o artrosi cronica.
Epidemiologia
La malattia è stata segnalata a partire dal 1935. E' la malattia ortopedica dei cani di taglia media, grande e gigante, di origine non traumatica, più diffusa e conosciuta. Secondo la OFA, Orthopedic Foundation for Animals, organismo no profit che si occupa del controllo delle patologie ereditarie negli Stati Uniti, il Chesapeake Bay Retriever ha una prevalenza di displasia dell'anca del 22,8% (dati relativi ad uno studio condotto su 7346 soggetti), il Golden Retriever del 21,6% (dati relativi ad uno studio condotto su 77686 soggetti), il Labrador Retriever del 13,2% su 103814 soggetti esaminati, il Curly Coated Retriever del 15,3% su 574 soggetti esaminati.
Patogenesi
La causa della malattia è multifattoriale: genetica, ambiente, nutrizione entrano in gioco nel suo sviluppo e gravità. La displasia dell'anca è considerata una malattia ereditaria, pur non essendo congenita (cioè presente già dalla nascita), con modalità di trasmissione determinate da numerosi geni e quindi di tipo poligenico. Ciò significa che la malattia può essere trasmessa, con modalità ancora non chiarite, da un genitore ad un discendente, ma non è comunque presente quando il cane nasce perchè la stessa articolazione si conforma durante il periodo della crescita. Nell'ereditabilità poligenica sono interessati anche fattori ambientali quali l'alimentazione, il tipo e la quantità d'esercizio fisico ed eventuali traumi. La corretta conformazione di questa delicata articolazione deriva da un giusto equilibrio fra le forze esercitate dalle diverse strutture ossee, muscolari, tendinee e legamentose che consentono alla testa del femore di rimanere ben alloggiata nella sua cavità acetabolare durante la crescita, momento in cui queste strutture sono plasmabili e modellabili per la corretta conformazione definitiva. La mancata congruenza articolare e la conseguente instabilità dei capi articolari provocano un'usura ed una degenerazione dell'articolazione che sfociano con il passare del tempo in artrosi cronica.
Sintomi
La malattia colpisce generalmente entrambe le articolazioni e si manifesta con una zoppia fra i 6 e i 12 mesi di vita anche se, nei casi più gravi i sintomi possono comparire sin dall'età di 3 mesi ed in altri si rendono evidenti con il peggioramento dell'artrosi in età avanzata.
I soggetti colpiti presentano una scarsa resistenza alla fatica, appaiono pigri, hanno il passo corto e portano il peso più sugli arti anteriori che sui posteriori, sviluppando maggiormente il torace e le spalle che la groppa, hanno difficoltà o impossibilità ad alzarsi sugli arti posteriori, presentano un'andatura a "coniglio" durante il galoppo (spinta simultanea di entrambi gli arti posteriori), hanno difficoltà ad alzarsi da seduto, nel salire le scale e nel saltare, presentano rigidità mattutina o cosiddetta zoppia "a freddo" (rigidità articolare dopo prolungati periodi di riposo piuttosto che dopo moderata attività motoria).
Diagnosi
Il sospetto diagnostico di displasia dell'anca viene formulato in seguito ad un'accurata visita clinica ortopedica, in cui l'ampiezza dei movimenti articolari dell'anca appare ridotta e la manipolazione della zampa posteriore provoca una reazione dolorosa, soprattutto con i movimenti di abduzione, di estensione e di rotazione esterna dell'arto; la diagnosi viene poi confermata da uno studio radiografico dettagliato.
Eventuali interventi correttivi forniscono una prognosi favorevole se effettuati tempestivamente, prima che l'articolazione sia compromessa. Pertanto è raccomandato che la visita clinica e lo studio radiografico siano effettuati all'età di 6 mesi nelle razze a rischio, anche se il cane apparentemente non presenta alcun problema ortopedico.
L'esame radiografico definitivo deve essere effettuato al raggiungimento della maturità scheletrica, all'età minima di 12 mesi nei retrievers.
La radiografia di un'anca displasica mette in evidenza la non corretta conformazione della cavità acetabolare, del collo e della testa femorale, neoformazioni artrosiche, eventuale dislocazione parziale (sublussazione) della testa del femore dalla cavità acetabolare o la sua eventuale dislocazione totale (lussazione).
Prevenzione della malattia
A tutt'oggi non esistono ancora test del DNA in grado di determinare se un soggetto è portatore di HD, di conseguenza la prevenzione consiste nel far riprodurre soggetti che siano risultati esenti dalla malattia possibilmente da più generazioni. La riproduzione di questi soggetti fenotipicamente sani non garantisce che la discendenza sia indenne, in quanto anche soggetti sani potrebbero essere portatori di geni della malattia. Certamente l'accoppiamento di soggetti sani produce una discendenza con un'incidenza di displasia decisamente minore di quella prodotta con l'accoppiamento di soggetti displasici.
Uno studio condotto dalla OFA su quasi 154.000 cuccioli ha confermato che la scelta dei riproduttori è fondamentale nel controllo della diffusione della displasia dell'anca. Secondo questi dati la percentuale di cani displasici nati da due genitori A è di circa il 3,5% ma raddoppia se uno dei due cani è lievemente displasico: 7,7% e sale drammaticamente al 15% se uno dei due genitori è chiaramente displasico. I cuccioli sani nati da questi accoppiamenti saranno comunque portatori di alcuni dei geni della displasia. Ecco perchè, essendo le displasie patologie genetiche che coinvolgoo centinaia di geni spesso a carattere recessivo, non è sufficiente limitarsi al controllo dei singoli riproduttori ma bisogna sapere quale sia la situazione dei collaterali (fratelli, zii, cugini) e degli antenati (nonni, bisnonni).
La certificazione ufficiale si ottiene da una centrale di lettura accreditata, rilasciata a seguito della lettura delle radiografie effettuate ed inviate da un Medico Veterinario referente.
In Italia le centrali di lettura accreditate dall'ENCI sono:
Il certificato riporta la classificazione stabilita dalla FCI (Federazione Cinologica Internazionale) che attribuisce alla displasia dell'anca cinque gradi (A, B, C, D, E). Con A si indica un'anca conformata normalmente, con B quasi normale, C leggera displasia, D media displasia, E displasia grave. Questa classificazione è accettata in tutto il mondo tranne USA, UK, Australia e Nuova Zelanda.
Per ogni razza le Società Cinofile Specializzate o i Kennel Club stabiliscono quali gradi sono consigliabili o richiesti per la riproduzione. Per i retrievers è ammessa la riproduzione di soggetti fino al grado C.
Il sistema di valutazione Willis (Gran Bretagna, Nord America e Australia)
La displasia dell'anca viene quantificata con un punteggio ottenuto valutando diversi aspetti del complesso articolare (come per esempio la misurazione dell'angolo di Norberg: un angolo formato collegando con una linea immaginaria il centro della testa del femore e il bordo esterno dell'acetabolo) in 9 parametri, numerati da 1 a 9. Di questi, due (sublussazione e angolo di Norberg) misurano la lassità ed i rimanenti sette l'effetto degenerativo sulle anche. Ogni parametro prende in esame le singole articolazioni (destra e sinistra), conferendo un grado di gravità che va da 0 a un massimo di 6, ad eccezione del parametro 7 che va da 0 a 5. Il massimo di gravità totale sarà di 53 punti per parte, con un massimo di 106.
L'Associazione che effettua esami e certificazioni su questa patologia secondo questo sistema è la BVA (British Veterinary Assocation).
_____________________________________________________________________
Negli Usa invece si segue la classificazione OFA (Orthopedic Foundation for Animals). Questo è un metodo qualitativo senza alcuna misurazione. La valutazione avviene sull'oservazione soggettiva di alcuni criteri come la gravità della sublussazione (lassità), e la presenza di malattie degenerative dell’articolazione.
_____________________________________________________________________
Tabella comparativa per confrontare i punteggi dei diversi metodi di misurazione
La prevenzione della displasia oltre che nel controllo dei riproduttori, consiste nell'evitare sovralimentazioni e/o sovraintegrazioni con eccessi energetici, minerali e vitaminici che potrebbero inevitabilmente contribuire all'aggravamento della displasia in un'anca già geneticamente predisposta. Per questo molti consigliano di passare da un mangime puppy - molto ricco proteicamente - a quello per adulto intorno ai 5-6 mesi di età, contrariamente a quanto indicato dallle tabelle dei mangimi che prevedono il passaggio al mantenimento ai 12 mesi di età.
Terapia
Il trattamento conservativo consiste nel controllo del peso, dell'attività motoria e nella somministrazione di farmaci antiinfiammatori non steroidei e di condroprotettori. L'utilizzo di quest'ultimi è particolarmente indicato in fase di accrescimento del cucciolo. Normalmente è consigliata la somministrare per cicli di 60/90 giorni consecutivi, intervallati da 60 giorni di sospensione. Personalmente in fase di accrescimento ho utilizzato il Condrogen 3.0, mentre per il mantenimento su cani adulti che lavorano le cui articolazioni sono notevolmete sollecitate, ho scelto il Superartro della Toto Food. Questo prodotto mi convince intanto perchè formulato su base naturale, poi per la presenza di Vitamina C che alcuni studi sulla displasia hanno dimostrato fondamentale. La vitamina C influisce su ogni cellula del corpo e aiuta nella formazione dell‛apparato scheletrico. Il collagene che deriva dalla sua sintesi è il collante delle ossa e mantiene i tessuti muscolari sani. Ci sono studi che dimostrano che delle articolazioni sane delle anche dipendono dal tipo e dalla quantità di collagene presente nell'organismo.
Per quanto riguarda i trattamenti chirurgici, l'intervento per la displasia dell'anca di tipo acetabolare (la più frequente) in un cane in fase di accrescimento, consiste nella triplice osteotomia del bacino o TPO. L'intervento consiste nella rotazione del segmento acetabolare displasico sopra la testa del femore in modo da trattenerla all'interno dell'acetabolo, fermando o rallentando fortemente il processo degenerativo articolare. Questo inizia generalmente dal 6° all'8° mese d'età e questo è il momento migliore per intervenire.
La DAR artroplastica, Dorsal Acetabular Rim, consiste nel ricostruire un tetto acetabolare artificiale mediante un trapianto osseo autogeno prelevato dall'ala dell'ileo del cane stesso. Una volta consoldato, il tetto osseo fornirà un supporto rigido alla capsula articolare dove è venuta ad articolarsi la testa femorale ormai sublussata dal suo acetabolo.
Qualora vi fosse un totale consumo della cartilagine articolare, non sussisterebbero più le indicazioni per gli interventi sopra citati, sarebbe allora indicato il ricorso alla protesi all'anca.
Nel caso in cui non vi fossero le indicazioni e le possibilià economiche per una protesi all'anca in un cane adulto o anziano, si potrebbe procedere ad una ostectomia della testa e del collo del femore, che consiste nella rimozione chirurgica delle componenti articolari del femore e della stimolazione di una pseudo-articolazione fibrosa. Questo intervento riduce il dolore articolare e permette un certo grado di mobilità, anche se fornisce risultati non prevedibili da un punto di vista clinico ed una prognosi inversamente proporzionale alla taglia del cane (discreti nei soggetti di taglia media).
La miotomia o la miectomia del muscolo pettineo eventualmente associata alla tenotomia del tendine del muscolo ileopsoas ed alla nevrectomia della capsula articolare ventrale è un intervento palliativo atto ad alleviare temporaneamente il dolore. E' indicato nel cane adulto o anziano qualora non vi fosse la possibilità di una protesi nè fosse indicata l'ostectomia della testa e del collo del femore, oppure nel caso di un cane giovane qualora non vi fossero più le indicazioni per la TPO o la DAR ed il cane non avesse ancora raggiunto la maturità scheletrica per la protesi d'anca.
Studio approfondito sulla displasia dell'anca e i diversi metodi di valutazione
Disciplinare Enci per il controllo ufficiale della displasia
Per questo testo mi sono servita dell'articolo "La displasia dell'anca nei retrievers" a cura di A. Vezzoni, M. Petazzoni, C.M. Mortellaro, I. De Francesco, in Annuario 2001/2002 del RCI.
Epidemiologia
La malattia è stata segnalata a partire dal 1935. E' la malattia ortopedica dei cani di taglia media, grande e gigante, di origine non traumatica, più diffusa e conosciuta. Secondo la OFA, Orthopedic Foundation for Animals, organismo no profit che si occupa del controllo delle patologie ereditarie negli Stati Uniti, il Chesapeake Bay Retriever ha una prevalenza di displasia dell'anca del 22,8% (dati relativi ad uno studio condotto su 7346 soggetti), il Golden Retriever del 21,6% (dati relativi ad uno studio condotto su 77686 soggetti), il Labrador Retriever del 13,2% su 103814 soggetti esaminati, il Curly Coated Retriever del 15,3% su 574 soggetti esaminati.
Patogenesi
La causa della malattia è multifattoriale: genetica, ambiente, nutrizione entrano in gioco nel suo sviluppo e gravità. La displasia dell'anca è considerata una malattia ereditaria, pur non essendo congenita (cioè presente già dalla nascita), con modalità di trasmissione determinate da numerosi geni e quindi di tipo poligenico. Ciò significa che la malattia può essere trasmessa, con modalità ancora non chiarite, da un genitore ad un discendente, ma non è comunque presente quando il cane nasce perchè la stessa articolazione si conforma durante il periodo della crescita. Nell'ereditabilità poligenica sono interessati anche fattori ambientali quali l'alimentazione, il tipo e la quantità d'esercizio fisico ed eventuali traumi. La corretta conformazione di questa delicata articolazione deriva da un giusto equilibrio fra le forze esercitate dalle diverse strutture ossee, muscolari, tendinee e legamentose che consentono alla testa del femore di rimanere ben alloggiata nella sua cavità acetabolare durante la crescita, momento in cui queste strutture sono plasmabili e modellabili per la corretta conformazione definitiva. La mancata congruenza articolare e la conseguente instabilità dei capi articolari provocano un'usura ed una degenerazione dell'articolazione che sfociano con il passare del tempo in artrosi cronica.
Sintomi
La malattia colpisce generalmente entrambe le articolazioni e si manifesta con una zoppia fra i 6 e i 12 mesi di vita anche se, nei casi più gravi i sintomi possono comparire sin dall'età di 3 mesi ed in altri si rendono evidenti con il peggioramento dell'artrosi in età avanzata.
I soggetti colpiti presentano una scarsa resistenza alla fatica, appaiono pigri, hanno il passo corto e portano il peso più sugli arti anteriori che sui posteriori, sviluppando maggiormente il torace e le spalle che la groppa, hanno difficoltà o impossibilità ad alzarsi sugli arti posteriori, presentano un'andatura a "coniglio" durante il galoppo (spinta simultanea di entrambi gli arti posteriori), hanno difficoltà ad alzarsi da seduto, nel salire le scale e nel saltare, presentano rigidità mattutina o cosiddetta zoppia "a freddo" (rigidità articolare dopo prolungati periodi di riposo piuttosto che dopo moderata attività motoria).
Diagnosi
Il sospetto diagnostico di displasia dell'anca viene formulato in seguito ad un'accurata visita clinica ortopedica, in cui l'ampiezza dei movimenti articolari dell'anca appare ridotta e la manipolazione della zampa posteriore provoca una reazione dolorosa, soprattutto con i movimenti di abduzione, di estensione e di rotazione esterna dell'arto; la diagnosi viene poi confermata da uno studio radiografico dettagliato.
Eventuali interventi correttivi forniscono una prognosi favorevole se effettuati tempestivamente, prima che l'articolazione sia compromessa. Pertanto è raccomandato che la visita clinica e lo studio radiografico siano effettuati all'età di 6 mesi nelle razze a rischio, anche se il cane apparentemente non presenta alcun problema ortopedico.
L'esame radiografico definitivo deve essere effettuato al raggiungimento della maturità scheletrica, all'età minima di 12 mesi nei retrievers.
La radiografia di un'anca displasica mette in evidenza la non corretta conformazione della cavità acetabolare, del collo e della testa femorale, neoformazioni artrosiche, eventuale dislocazione parziale (sublussazione) della testa del femore dalla cavità acetabolare o la sua eventuale dislocazione totale (lussazione).
Prevenzione della malattia
A tutt'oggi non esistono ancora test del DNA in grado di determinare se un soggetto è portatore di HD, di conseguenza la prevenzione consiste nel far riprodurre soggetti che siano risultati esenti dalla malattia possibilmente da più generazioni. La riproduzione di questi soggetti fenotipicamente sani non garantisce che la discendenza sia indenne, in quanto anche soggetti sani potrebbero essere portatori di geni della malattia. Certamente l'accoppiamento di soggetti sani produce una discendenza con un'incidenza di displasia decisamente minore di quella prodotta con l'accoppiamento di soggetti displasici.
Uno studio condotto dalla OFA su quasi 154.000 cuccioli ha confermato che la scelta dei riproduttori è fondamentale nel controllo della diffusione della displasia dell'anca. Secondo questi dati la percentuale di cani displasici nati da due genitori A è di circa il 3,5% ma raddoppia se uno dei due cani è lievemente displasico: 7,7% e sale drammaticamente al 15% se uno dei due genitori è chiaramente displasico. I cuccioli sani nati da questi accoppiamenti saranno comunque portatori di alcuni dei geni della displasia. Ecco perchè, essendo le displasie patologie genetiche che coinvolgoo centinaia di geni spesso a carattere recessivo, non è sufficiente limitarsi al controllo dei singoli riproduttori ma bisogna sapere quale sia la situazione dei collaterali (fratelli, zii, cugini) e degli antenati (nonni, bisnonni).
La certificazione ufficiale si ottiene da una centrale di lettura accreditata, rilasciata a seguito della lettura delle radiografie effettuate ed inviate da un Medico Veterinario referente.
In Italia le centrali di lettura accreditate dall'ENCI sono:
CELEMASCHE | Via Cosmè Tura, 54 - C.P. 257 - 44100 Ferrara |
F.S.A. Fondazione Salute Animale | Palazzo Trecchi - 26100 Cremona |
Il certificato riporta la classificazione stabilita dalla FCI (Federazione Cinologica Internazionale) che attribuisce alla displasia dell'anca cinque gradi (A, B, C, D, E). Con A si indica un'anca conformata normalmente, con B quasi normale, C leggera displasia, D media displasia, E displasia grave. Questa classificazione è accettata in tutto il mondo tranne USA, UK, Australia e Nuova Zelanda.
Per ogni razza le Società Cinofile Specializzate o i Kennel Club stabiliscono quali gradi sono consigliabili o richiesti per la riproduzione. Per i retrievers è ammessa la riproduzione di soggetti fino al grado C.
Il sistema di valutazione Willis (Gran Bretagna, Nord America e Australia)
La displasia dell'anca viene quantificata con un punteggio ottenuto valutando diversi aspetti del complesso articolare (come per esempio la misurazione dell'angolo di Norberg: un angolo formato collegando con una linea immaginaria il centro della testa del femore e il bordo esterno dell'acetabolo) in 9 parametri, numerati da 1 a 9. Di questi, due (sublussazione e angolo di Norberg) misurano la lassità ed i rimanenti sette l'effetto degenerativo sulle anche. Ogni parametro prende in esame le singole articolazioni (destra e sinistra), conferendo un grado di gravità che va da 0 a un massimo di 6, ad eccezione del parametro 7 che va da 0 a 5. Il massimo di gravità totale sarà di 53 punti per parte, con un massimo di 106.
L'Associazione che effettua esami e certificazioni su questa patologia secondo questo sistema è la BVA (British Veterinary Assocation).
_____________________________________________________________________
Negli Usa invece si segue la classificazione OFA (Orthopedic Foundation for Animals). Questo è un metodo qualitativo senza alcuna misurazione. La valutazione avviene sull'oservazione soggettiva di alcuni criteri come la gravità della sublussazione (lassità), e la presenza di malattie degenerative dell’articolazione.
_____________________________________________________________________
Tabella comparativa per confrontare i punteggi dei diversi metodi di misurazione
Comparazione e foto nel sito www.retriever.it; Descrizione dei gradi nel sito www.fiordacqualabrador.it
La prevenzione della displasia oltre che nel controllo dei riproduttori, consiste nell'evitare sovralimentazioni e/o sovraintegrazioni con eccessi energetici, minerali e vitaminici che potrebbero inevitabilmente contribuire all'aggravamento della displasia in un'anca già geneticamente predisposta. Per questo molti consigliano di passare da un mangime puppy - molto ricco proteicamente - a quello per adulto intorno ai 5-6 mesi di età, contrariamente a quanto indicato dallle tabelle dei mangimi che prevedono il passaggio al mantenimento ai 12 mesi di età.
Terapia
Il trattamento conservativo consiste nel controllo del peso, dell'attività motoria e nella somministrazione di farmaci antiinfiammatori non steroidei e di condroprotettori. L'utilizzo di quest'ultimi è particolarmente indicato in fase di accrescimento del cucciolo. Normalmente è consigliata la somministrare per cicli di 60/90 giorni consecutivi, intervallati da 60 giorni di sospensione. Personalmente in fase di accrescimento ho utilizzato il Condrogen 3.0, mentre per il mantenimento su cani adulti che lavorano le cui articolazioni sono notevolmete sollecitate, ho scelto il Superartro della Toto Food. Questo prodotto mi convince intanto perchè formulato su base naturale, poi per la presenza di Vitamina C che alcuni studi sulla displasia hanno dimostrato fondamentale. La vitamina C influisce su ogni cellula del corpo e aiuta nella formazione dell‛apparato scheletrico. Il collagene che deriva dalla sua sintesi è il collante delle ossa e mantiene i tessuti muscolari sani. Ci sono studi che dimostrano che delle articolazioni sane delle anche dipendono dal tipo e dalla quantità di collagene presente nell'organismo.
Per quanto riguarda i trattamenti chirurgici, l'intervento per la displasia dell'anca di tipo acetabolare (la più frequente) in un cane in fase di accrescimento, consiste nella triplice osteotomia del bacino o TPO. L'intervento consiste nella rotazione del segmento acetabolare displasico sopra la testa del femore in modo da trattenerla all'interno dell'acetabolo, fermando o rallentando fortemente il processo degenerativo articolare. Questo inizia generalmente dal 6° all'8° mese d'età e questo è il momento migliore per intervenire.
La DAR artroplastica, Dorsal Acetabular Rim, consiste nel ricostruire un tetto acetabolare artificiale mediante un trapianto osseo autogeno prelevato dall'ala dell'ileo del cane stesso. Una volta consoldato, il tetto osseo fornirà un supporto rigido alla capsula articolare dove è venuta ad articolarsi la testa femorale ormai sublussata dal suo acetabolo.
Qualora vi fosse un totale consumo della cartilagine articolare, non sussisterebbero più le indicazioni per gli interventi sopra citati, sarebbe allora indicato il ricorso alla protesi all'anca.
Nel caso in cui non vi fossero le indicazioni e le possibilià economiche per una protesi all'anca in un cane adulto o anziano, si potrebbe procedere ad una ostectomia della testa e del collo del femore, che consiste nella rimozione chirurgica delle componenti articolari del femore e della stimolazione di una pseudo-articolazione fibrosa. Questo intervento riduce il dolore articolare e permette un certo grado di mobilità, anche se fornisce risultati non prevedibili da un punto di vista clinico ed una prognosi inversamente proporzionale alla taglia del cane (discreti nei soggetti di taglia media).
La miotomia o la miectomia del muscolo pettineo eventualmente associata alla tenotomia del tendine del muscolo ileopsoas ed alla nevrectomia della capsula articolare ventrale è un intervento palliativo atto ad alleviare temporaneamente il dolore. E' indicato nel cane adulto o anziano qualora non vi fosse la possibilità di una protesi nè fosse indicata l'ostectomia della testa e del collo del femore, oppure nel caso di un cane giovane qualora non vi fossero più le indicazioni per la TPO o la DAR ed il cane non avesse ancora raggiunto la maturità scheletrica per la protesi d'anca.
Studio approfondito sulla displasia dell'anca e i diversi metodi di valutazione
Disciplinare Enci per il controllo ufficiale della displasia
Per questo testo mi sono servita dell'articolo "La displasia dell'anca nei retrievers" a cura di A. Vezzoni, M. Petazzoni, C.M. Mortellaro, I. De Francesco, in Annuario 2001/2002 del RCI.
Aggiungi il tuo commento